Il G7 ha raggiunto un accordo per tassare le società multinazionali sui guadagni esteri, permettendo ai governi di imporre tasse sui giganti tecnologici statunitensi come Amazon e Facebook. I dettagli del patto devono ancora essere determinati, ma l’accordo raggiunto durante la riunione dei ministri delle finanze del G7 a Londra, potrebbe puntare a tasse tra il 15% e il 20%.
Nell’ottobre 2020, le nazioni del G7 e del G20 hanno firmato i trattati “Pillar One” e “Pillar Two”, che propongono la tassazione di tutte le aziende che svolgono le loro attività in paesi diversi da quello in cui hanno la loro sede. L’accordo danneggia direttamente le aziende tecnologiche che operano a livello globale e sono attualmente tassate in un paese.
I leader del G7 hanno approvato l’accordo e ora la riunione del G20 che si terrà in Italia a luglio è sotto i riflettori. La misura potrebbe anche essere approvata dai 140 paesi che partecipano ai colloqui dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). L’organizzazione ha sottolineato che è improbabile che l’accordo globale sia concordato prima di ottobre.
Bertie Arjen, ministro delle finanze dell’Irlanda – uno dei paesi che beneficiano maggiormente dell’attuale sistema fiscale a causa del numero di aziende tecnologiche basate sull’isola – ha detto che l’accordo deve soddisfare le esigenze di “paesi piccoli e grandi, sviluppati e in via di sviluppo”. Il cancelliere dello scacchiere britannico Rishi Sunak sta premendo perché la City di Londra sia esclusa dall’accordo. Anche la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen sta cercando di impedire alle aziende straniere di spostare i loro profitti fuori dal paese e sta cercando misure alternative all’accordo, come l’aumento delle tasse sulle imprese.
Il ministro dell’economia italiano, Daniele Franco, ha dichiarato che il suo paese ritirerà la sua tassa digitale quando sarà raggiunto un accordo. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha detto: “Abbiamo lottato per quattro anni […] in tutte le sedi europee e internazionali, qui nel G7 e nel G20, per una tassazione equa per i giganti digitali e una tassa minima sulle imprese”.
Alla luce delle reazioni nazionali miste all’accordo, e la possibilità di un accordo globale in ottobre, le valute nazionali e il Nasdaq, ricco di tecnologia, potrebbero sperimentare un movimento.
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