Durante la sessione asiatica di martedì mattina, alcuni indici statunitensi sono stati scambiati più in alto in attesa dei dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti, il cui rilascio è previsto per oggi. I dati daranno più indizi sull’inflazione e di conseguenza sulla direzione che la Federal Reserve prenderà nella sua politica monetaria.
Ieri, l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso a nuovi massimi. Questa mattina, nella sessione asiatica, entrambi gli indici hanno registrato lo stesso aumento: 0,4%. I titoli decennali del Tesoro americano sono saliti all’1,37%.
Il petrolio, nonostante le tensioni tra i paesi OPEC+, è salito per la terza sessione consecutiva. Secondo Bloomberg, l’aumento potrebbe essere dovuto al rallentamento economico della Cina e ai nuovi focolai di Covid 19 in diverse regioni del mondo.
I metalli salgono in vista dei dati sull’inflazione
Negli ultimi mesi, i dati dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti hanno riflesso un graduale aumento dell’inflazione che la Federal Reserve, guidata da Jerone Powell, ha descritto come “transitorio”.
Secondo Reuters, l’aspettativa degli investitori in vista del rilascio dei dati sull’inflazione ha portato alla debolezza del dollaro, che è sceso dello 0,1% contro le sue controparti. Di conseguenza, l’oro ne ha beneficiato, salendo dello 0,2%.
Il metallo giallo ha raggiunto 1.809,81 dollari l’oncia. Il mese scorso, in seguito al cambio di politica della banca centrale, l’oro ha subito il suo più grande calo mensile da dicembre 2016. La domanda che rimane ora è come il rilascio dell’IPC di oggi e la direzione della Fed influenzeranno il rifugio sicuro. Secondo Michael Langford di AirGuide, l’oro potrebbe oscillare tra i 1800 e i 1820 dollari l’oncia la prossima settimana.
Il resto dei metalli ha sperimentato vari movimenti. Il palladio è sceso dello 0,3% a 2.848,90 dollari, l’argento è salito dello 0,2% a 26,22 dollari l’oncia mentre il platino è salito dello 0,2% a 1.119,32 dollari.
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